Parliamo di... "Leggenda privata" (Recensione)
- Lo Scisma
- 20 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Michele Mari; Mondadori, 2017
«L'Accademia mi ha convocato nella Sala del Camino, alla mezzanotte di ieri. C'erano tutti, credo, ma era troppo buio per vederli.»
In Leggenda privata, Michele Mari ci offre un'autobiografia sui generis, intrecciando realtà e finzione in una narrazione che fonde il gotico con il memoir. Il libro, pubblicato nel 2017, è stato accolto con entusiasmo dalla critica, vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2018.
La storia si apre con una cornice narrativa fantastica: l’Accademia dei Ciechi, una congrega di mostri letterari che abita i sotterranei della casa d’infanzia dell’autore. Queste creature – spaventose, sadiche e implacabili – hanno un solo obiettivo: costringere Mari a raccontare la verità sulla sua vita, senza omissioni, senza abbellimenti, senza menzogne. Questi esseri, tra cui Quello che Gorgoglia, il Mucògeno e la Vecchia, rappresentano le paure e le ossessioni dell'infanzia di Mari. Attraverso questo espediente narrativo, l'autore esplora il proprio passato, rievocando figure familiari e momenti significativi della sua crescita.
Mari ripercorre la sua infanzia e adolescenza, svelando le angosce e le ossessioni che hanno plasmato la sua formazione. Il racconto è popolato da figure inquietanti – i genitori, il padre scultore e la madre enigmatica, ma anche i grandi scrittori del passato, che diventano presenze vive e opprimenti nella sua coscienza.
La narrazione è arricchita da fotografie e note esplicative, che offrono uno sguardo intimo sulla famiglia Mari. La struttura del libro è un ibrido tra autobiografia e finzione, con una cornice narrativa di impostazione gotica che si intreccia con episodi reali della vita dell'autore. Le fotografie non sono semplici illustrazioni, ma veri e propri tasselli narrativi che amplificano il senso di inquietudine e di prigionia dentro quelle mura.
Mari esplora il tema del doppio e della scissione dell’io, offrendo una riflessione profonda sulla formazione dell’identità e sul ruolo della letteratura come strumento di autoanalisi. La sua prosa è densa e ricca di riferimenti letterari, rendendo la lettura un’esperienza intensa e coinvolgente, capace di trascinare il lettore in un vortice di immagini, paure e ossessioni.
Consigliato a… chi apprezza le narrazioni che sfidano i confini tra realtà e finzione, gli appassionati di autobiografie non convenzionali e coloro che cercano una prosa ricca e stratificata. Perfetto per chi desidera immergersi in una riflessione profonda sull’identità e sulla memoria, e per chi ama i libri che sfidano le convenzioni narrative.
«Io sono cresciuto in una casa infestata, e il fantasma ero io.»
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