Parliamo di... "La sottile differenza fra essere entusiasti ed essere teste di cazzo: una guida pratica"
- Lo Scisma
- 20 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 giorni fa

Disclaimer: il seguente programma può contenere ironia e facili provocazioni. Si consiglia la lettura a un pubblico adulto e poco permaloso.
Lettore, sei finalmente riuscito a leggere/vedere/ascoltare/giocare quel prodotto che aspettavi da anni e ne sei follemente innamorato, ma ti chiedi perché altre persone non lo stiano leggendo/vedendo/ascoltando/giocando? Perché preferiscano altro, anche se gli hai spiegato mille volte che quello che piace a loro fa schifo?
Ecco quello che non sapevi di aspettare da molto tempo: una guida pratica per cavartela in ogni situazione, persino con quelli che si ostinano a non voler guardare ciò che gli consigli tu e quindi sono evidentemente dei mentecatti…
Al numero 1) quello che guardano gli altri non piace a me, quindi sono tutti degli analfabeti funzionali! Beh, grazie, molto gentile, ma forse non c’è bisogno di tirare fuori l’analfabetismo. Forse questi altri hanno un trauma infantile, un fetish particolare, magari sono normodotati in possesso di una laurea, o lettori accaniti che semplicemente hanno una preferenza… Insomma, non tutti i coprofagi sono dei serial killer, no?
Al numero 2) sto dicendo da un mese che quello che piace a me è bello e quello che piace agli altri fa schifo. Ma nessuno vuole ascoltarmi. Eppure l’ho detto su Facebook, su Twitter, al bar, alle poste, alla cena di famiglia… sì abbiamo capito. La gente a volte è proprio strana. Ma, magari, continuando a urlare sui socialmedia quanto fa schifo quello che non piace a te alla fine convincerai qualcuno... Non avrai di sicuro perso il tuo tempo in un comportamento infantile e futile, no? No?
Al numero 3) quella roba lì che non piace a me non è filologicamente corretta… questo è il mio punto preferito, perché ho la sfortuna di essere laureatə in filologia e posso testimoniare che, se escludo i dodici sfigati che si sono laureati insieme a me, non ho mai sentito usare il sintagma “filologicamente corretto” in maniera… filologicamente corretta! E non è una questione di superbia personale, ma solo che quell’espressione lì non ha proprio senso. Senza stare a tediarvi sugli errori di aplografia o sul metodo lachmaniano, il punto è che qualsiasi trasposizione cinematografica-videoludica-podcastiana è, appunto, una trasposizione, e non potrà mai essere fedele (lasciamo da parte la filologia, che già sta sulle palle a fin troppi studiosi del settore). Ed è un bene che sia così perché sarebbe inutile una trasposizione completamente fedele, non sarebbe una nuova opera. Se vi piace quell’opera lì, andate a leggervi/vedervi/ascoltarvi/giocarvi l’originale.
4) bonus tip: sapete quante cose che amate nella vostra vita sono tratte dai libri e non sono “filologicamente corrette”? Ecco un veloce elenco assolutamente non esaustivo:
Amadeus
Il signore degli anelli
Joker
E questi sono solo alcuni dei film candidati agli oscar negli ultimi anni per la sceneggiatura non originale… Non vorrei mettermi a citare la versione cartone animato dei Tre moschettieri in cui Aramis aveva addirittura – peccato mortale – una vulva!
Sapendo di non aver fatto cosa gradita…
Làgany
N. b.: nessuno qua vuole mettere in dubbio la passione e la conoscenza per un qualsiasi meraviglioso prodotto di arte o intrattenimento... parafrasando un capolavoro di film: solo chi si appassiona e ama sopravvive! L’unica cosa che viene presa di mira è la cattiveria, perché, come si suol dire, la gentilezza conquisterà il mondo.
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